David Crosby, addio ai concerti

David Crosby, addio ai concerti

Gli anni passano per tutti, anche per un eroe del rock come David Crosby. Nel corso di un’intervista rilasciata a Best Classic Bands, il già Byrds e CSN&Y ha annunciato l’intenzione di ritirarsi definitivamente dalle scene live. “No, non farò più tour”, ha ammesso l’artista, classe 1941: “Ho ottant’anni, sono vecchio. E andare in giro su un tour bus, oggi come oggi, per me è difficile. Molto difficile. E’ una cosa che ti stanca parecchio. Sono troppo anziano per farlo: non ho più la forza, né la resistenza”.
Nella stessa intervista, che sarà resa disponibile in versione integrale nei prossimi giorni, il cantautore losangelino ha parlato anche del Covid, virus che l’artista lascia intendere di aver contratto in tempi recenti: “E’ stato orribile. Il Covid è una malattia molto strana, ti fa stare terribilmente male. E’ stato molto spiacevole, e affatto divertente. Se possibile, fate di tutto per evitarlo”.
La pandemia aveva già inciso sulla carriera di Crosby facendogli maturare la decisione di vendere il proprio catalogo editoriale a Iconic Artists Group. Prima ancora di cedere i diritti sul suo repertorio alla società guidata Irving Azoff, l’artista aveva individuato proprio nelle restrizioni adottate dal governo americano per arginare la diffusione del virus una delle ragioni che l’hanno – di fatto – costretto alla vendita: “Non posso lavorare, e lo streaming sta rubando i miei soldi”, fece sapere lui su Twitter, “Ho una famiglia e un mutuo da pagare: devo prendermi cura dei miei cari, quindi questa è la mia unica opzione. Sono sicuro che anche altri siano nella mia stessa situazione”.
Nel quadro di una situazione così complessa la società di Azoff aveva acconsentito a non concedere a Spotify l’utilizzo del repertorio di Crosby, che prima ancora della rivolta del suo ex sodale Neil Young nei confronti della società svedese a causa del podcast negazionista di Joe Rogan si era espresso in termini molto polemici riguardo le percentuali corrisposte agli artisti dal DSP guidato da Daniel Ek. “A dire il vero non mi piace nessun servizio di streaming, perché non ci pagano abbastanza. Le loro proporzioni [con le quali dividono i ricavi] sono completamente sbagliate”, aveva osservato Crosby: “Stanno facendo miliardi e ci pagano pochi spiccioli, e questo non va bene. Non va bene che si tengano metà di quanto mi spetta, soprattutto per quanto riguarda gli artisti più giovani, che non riescono a campare del loro lavoro. E’ profondamente sbagliato. E poi non mi piace la qualità dell’audio con la quale viene trasmessa la musica, che è davvero molto bassa”. “Il futuro è questo, ma non sono costretto a stare zitto fingendo che sia giusto per prendermi i loro soldi”,aveva concluso: “Non li voglio, i loro soldi: voglio indietro quello che avevo. Non voglio continuare a leccargli le scarpe per il loro pietoso dollaro e mezzo con il quale mi stanno pagando. Non stanno facendo una cosa giusta, e a lungo termine sarà proprio questo a fregarli. Il karma li schiaccerà. Non so quando, ma spero presto”.

Un consiglio ai giovani

Il cantautore 80enne conclude con un consiglio per i più giovani che suona come una sentenza:“Non diventate musicisti. Sapete quanto sia una cosa orrenda per me da dire, quanto vorrei non doverlo dire? Dirlo a gente di talento, giovani con gli occhi che brillano, non vorrei dirlo ma non ho più alcuna speranza. Io e mio figlio James facciamo dischi perché amiamo farlo e crediamo che la musica sia una forza positiva e in questi tempi bui è qualcosa di necessario. Faccio musica perché la musica fa stare meglio le persone, ormai, certo non per guadagnarci“.

fonte: Rockol adattamento Factorymedia

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