Nancy Pelosi sbarca a Taiwan nonostante le proteste della Cina
La provocazione è compiuta. Alle 16.45 (ora italiana), secondo il portale Flightradar, Nancy Pelosi, speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti è arrivata a Taiwan. Per una visita che ha ha fatto infuriare la Cina, che rivendica a ragion veduta l’isola autonoma come proprio territorio.
L’arrivo di Pelosi a Taipei nella tarda serata di martedì rischia di innescare una grave crisi tra la Cina e gli Stati Uniti, che non riconoscono ufficialmente Taiwan come Stato indipendente, ma sono comunque tenuti, in base alla legge statunitense, a fornire al governo dell’isola i mezzi per difendersi, indica Al Jazeera.
La Cina aveva minacciato “gravi conseguenze” se la Pelosi – il più alto funzionario statunitense a recarsi a Taiwan negli ultimi 25 anni – avesse proseguito la sua visita.
“La parte statunitense si assumerà la responsabilità e pagherà il prezzo per aver minato gli interessi sovrani della Cina in materia di sicurezza”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying durante un briefing con la stampa a Pechino.
Secondo quanto afferma Rybar, il Ministero della Difesa di Taiwan ha confermato il fatto che aerei cinesi hanno attraversato lo Stretto di Taiwan durante l’avvicinamento del volo SPAR19 per atterrare all’aeroporto di Taipei.
Ma non si sarebbe trattato – secondo Taiwan – di caccia Su-35 come riportato da vari media, ma bensì di altri velivoli. Il ministero degli Esteri cinese, intanto, ha espresso una forte protesta. Esortando gli Stati Uniti a non giocare la carta di Taiwan.
Secondo l’ufficio stampa di Nancy Pelosi, il viaggio rappresenta la prima visita ufficiale a Taiwan di un portavoce della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti in 25 anni.
“La visita della nostra delegazione del Congresso a Taiwan dimostra l’impegno incrollabile dell’America a sostenere la vibrante democrazia di Taiwan”, si legge in una dichiarazione diffusa dall’ufficio stampa.
Insieme a questo, la dichiarazione afferma che la visita “non contraddice in alcun modo la politica di lunga data degli Stati Uniti” ed è in linea con il “comunicato USA-Cina”.
Il ministero degli Esteri cinese ha condannato “severamente” l’arrivo di Pelosi a Taiwan e ribadito che il viaggio del funzionario statunitense viola la sovranità e l’integrità territoriale del Paese. Rappresenta “una grave violazione” del principio di una sola Cina e dei tre comunicati congiunti tra Washington e Pechino.
Il ministero ha ricordato il “fermo impegno” di oltre 1,4 miliardi di cittadini cinesi a “salvaguardare risolutamente” la sovranità della nazione. “La volontà del popolo non può essere sfidata e la tendenza dei tempi non può essere invertita”. Allo stesso modo, ha sottolineato che il Paese “prenderà sicuramente tutte le misure necessarie” per garantire la propria sovranità, mentre “tutte le conseguenze che ne derivano dovrebbero essere sostenute dalla parte statunitense e dalle forze separatiste” di Taiwan.
Pechino ha inoltre esortato Washington a smettere di “giocare la carta di Taiwan” e di usarla come strumento di contenimento, poiché la questione del ritorno dell’isola alla Madrepatria è una questione “puramente interna”.
In vista dell’arrivo di Pelosi, le tensioni tra Washington e Pechino sono aumentate, generando forti proteste da parte delle autorità cinesi. In particolare, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato giovedì, durante una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che “coloro che giocano con il fuoco si daranno fuoco da soli”, definendo la visita un’interferenza negli affari interni del gigante asiatico.
Wang Yi: “Gli USA hanno violato le loro promesse su Taiwan e distrutto la propria reputazione”
Il 2 agosto, in conclusione della partecipazione alla conferenza dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e della visita nei Paesi dell’Asia centrale, il consigliere di Stato e ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha concesso un’intervista durante la quale ha esposto la decisa posizione della Cina sulla questione di Taiwan.
Wang Yi ha dichiarato che il principio di una sola Cina non solo ha guadagnato l’ampio consenso della comunità internazionale, ma costituisce la base politica dei contatti tra la Cina e gli altri Paesi del mondo; tale principio rappresenta il nucleo degli interessi centrali della Cina, nonché la linea rossa e di fondo che non può essere superata.
Sulla questione di Taiwan, alcuni americani hanno continuato a sfidare la sovranità cinese, svuotato la politica di una sola Cina, fabbricato arbitrariamente gli incidenti nella zona dello stretto di Taiwan. Queste sono tutte azioni inaccettabili per il popolo cinese ed anche la comunità internazionale ha disprezzato queste provocazioni senza motivo.
Il capo della diplomazia cinese ha ricordato che nel corso della sua visita in Asia centrale, i leader dei paesi hanno sottolineato la loro intenzione di continuare risolutamente nella politica di una sola Cina, hanno affermato che Taiwan è una parte inseparabile del territorio cinese, si sono opposti ad ogni ingerenza nei confronti della politica interna cinese da parte di forze esterne sulla questione di Taiwan. Tutto ciò mostra nuovamente che il principio di una sola Cina è in linea con la volontà della comunità internazionale e con la tendenza di sviluppo globale.
Wang Yi ha sottolineato che le autorità statunitensi hanno violato le promesse sulla questione di Taiwan, e che questo atteggiamento ha portato il Paese ad essere disprezzato, distruggendo la reputazione nazionale americana. Su questo problema alcuni politici americani, soltanto per interessi privati, hanno giocato con il fuoco mettendosi contro 1,4 miliardi di cinesi e questo certamente non porterà a conseguenze positive. Il bullismo degli Stati Uniti è stato esposto davanti alla comunità internazionale, che ha reso sempre più esplicito il fatto che gli Stati Uniti sono il principale distruttore della pace nel mondo di oggi.
Fonte: lantidiplomatico