La malva selvatica, raccolta, proprietà terapeutiche e utilizzi

La malva selvatica, raccolta, proprietà terapeutiche e utilizzi

La malva sylvestris, conosciuta semplicemente come malva o malva selvatica, è una pianta spontanea molto comune in Italia. Questa pianta custodisce in sé una lunga storia.
Sin dall’antichità è infatti conosciuta e utilizzata per le sue diverse proprietà terapeutiche. Inoltre viene adoperata in cucina da tempo per preparare piatti tipici della tradizione popolare.

La malva sylvestris, storia

La malva sylvestris è una pianta erbacea a ciclo perenne (raramente annuale) appartenente alla famiglia botanica delle Malvaceae. Il suo nome deriva dal greco malákhe=”molle”, con riferimento alle sue proprietà emollienti dovute all’alto contenuto di mucillagini. E’ una pianta “gentile”, nel linguaggio dei fiori il suo nome significa “pacatezza”.
Molti personaggi illustri ne hanno celebrato le virtù. Nell’antica Roma, ad esempio, Cicerone e Catone, la utilizzavano a tavola in grandi quantità per ritemprarsi. Il poeta Marziale, invece, ne faceva uso per smaltire i bagordi dell’alcol. Plinio il Vecchio, grande amante delle piante, la considerava una vera e propria panacea, con proprietà afrodisiache.

La pianta di malva, caratteristiche botaniche

La malva selvatica è una pianta con fusti molto robusti, di consistenza legnosa alla base, ispidi e ricoperti di una leggera peluria. Raggiunge mediamente i 60 cm di altezza, ma vi possono essere ramificazioni che superano il metro.
La pianta è dotata di una lunga e carnosa radice a fittone, che nel corso del primo anno genera una rosetta di foglie basali.
Le foglie sono provviste di un lungo picciolo, sono palmate, con lamina fogliare a contorno circolare, di forma pentagonale.
I fiori si trovano all’ascella delle foglie, solitamente raggruppati in piccoli fasci da 2 a 6, più raramente solitari. Sono di colore roseo-lilla, con particolari venature longitudinali color porpora. Il particolare colore dei fiori dà il nome alla colorazione malva.
La fioritura avviene nel periodo compreso tra maggio e agosto. Essendo una pianta mellifera è un’ottima riserva di nettare per le api.

Habitat naturale e periodo di raccolta

La malva sylvestris è diffusa su tutto il nostro territorio, dalla pianura fino ai 1.600 m di altitudine. Predilige i campi incolti, i bordi delle strade, i fossi e i terreni di riporto. E’ dunque una pianta molto facile da reperire. Se ne utilizzano le foglie giovani e i fiori, quindi il periodo migliore per la raccolta coincide con la fioritura tardo primaverile-estiva.

Contenuto

La malva sylvestris è una pianta ampiamente utilizzata in erboristeria. I suoi costituenti principali sono: un alto contenuto di mucillagini, flavonidi, composti antociani, vitamine del gruppo B (B1, B2), vitamina A e C, beta-carotene, sali minerali quali potassio, glucosio, ossalato di calcio, resine, pectine, proteine. I fiori contengono anche l’olio essenziale e il glucoside malvina.

Proprietà terapeutiche

Proprietà: emollienti, calmanti, antinfiammatorie, espettoranti, antispasmodiche e lassative. Erba indicata contro gli stati infiammatori di bocca, gola, occhi, emorroidi, pelli arrossate, eritemi e contro i pruriti sotto forma di collutorio, cataplasma, impacco. Utilizzata da sempre come blando lassativo, è un buon regolatore intestinale, importante per l’azione protettiva che esercita a livello della mucosa intestinale infiammata.

In medicina per uso interno è utile in caso di bronchiti, tosse, infezioni della gola, catarro, gastrite. In cosmesi grazie alle sue proprietà emollienti, la troviamo in dentifrici, collutori, colliri, creme emollienti, antirughe e per combattere le couperose, saponette e bagnoschiuma delicati.

L’azione emolliente e lenitiva degli impacchi di malva è utile anche in caso di pruriti e pelle arrossata. Ad esempio, se fate una passeggiata in montagna e venite in contatto con l’ortica cercate la malva e sfregatene le foglie sulla parte della pelle colpita. Noterete subito un rapido sollievo.

La malva è adoperata anche come blando lassativo, essendo un buon regolatore della funzione intestinale. Ha inoltre un’importante azione protettiva che riesce a esercitare con le sue mucillagini sulla mucosa intestinale infiammata.

Utilizzi in cucina

Agli utilizzi in cucina della malva sono legate ricette tradizionali molto interessanti. Per queste preparazioni si usano soprattutto le foglie o i getti giovani, che si consumano tal quali come semplice insalata. La malva ha un gusto forte, che non è gradito a tutti, perciò molti consigliano di mescolarla con altre verdure o erbe selvatiche, quali il tarassaco o la portulaca.

I suoi rami più giovani, dopo una leggera cottura, sono ottimi per essere usati come contorni. In questo caso basta condirli con olio, sale, aceto o limone.
“I fiori freschi sono edibili e possono essere utilizzati in moltissimi piatti. Alcuni esempi? Potreste provarli nel ripieno dei ravioli o aggiungerli a fine cottura al sugo della pasta o del riso, fare frittate, polpettine vegetali con melanzane o di carne. Inoltre i fiori freschi di malva si prestano a piatti invernali, come nelle minestre o nella vellutata di spinaci, patate e cipolla, “da aggiungere agli ingredienti prima di frullare tutto”, specifica la nutrizionista. Infine, si possono usare come decorazione di molti piatti e nella preparazione di biscotti (ad esempio di farro) o plumcake.

Una ricetta più adatta alla bella stagione è l’insalata con lattuga, radiccchio, cetrioli (o ravanello), pomodori, frutta secca tritata e fiori di malva, dal sapore erbaceo, “ottima per il contenuto di sali minerali, grassi Omega-3 presenti nelle noci o nelle mandorle e ferro, presente nella verdura”. A tal proposito la dottoressa raccomanda di condire con poco sale (meglio optare per le spezie) e limone, poiché la vitamina C che contiene agisce come “trasportatore” del ferro, veicolandolo meglio in tutto l’organismo.

Infusi e decotti di malva

I preparati essiccati di malva si trovano in farmacia ed erboristeria come capsule, sciroppi per la tosse, lavande vaginali e altri prodotti erboristici, per il cui utilizzo è bene fare riferimento al foglietto illustrativo. “Se invece si vuole procedere autonomamente, occorre fare essiccare i fiori di malva (che si raccolgono tra la primavera e l’estate) e conservarli in un vaso di vetro”.

Factorymedia

Fonte:Web

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