Dalla geostrategia alla messa in discussione della percezione della realtà e della storia ufficiale
Secondo stime coerenti, ci sarebbero quasi 2000 persone tra cui 400 “mercenari” stranieri bloccati nell’ Azovstal di Mariupol. Questa proporzione cosmopolita in un’unità militare privata composta da radicali e integrata nelle forze armate ucraine è enorme.
La diplomazia russa ha aggiunto uno strato evocando la notevole presenza di “mercenari” israeliani nelle unità paramilitari più antisemite in Ucraina. Sul campo è confermata la presenza di esponenti dell’IDF in unità radicali come Kraken o nella milizia del partito “libertà” di Sovobda.
Gli israeliani hanno raddoppiato le consegne di armi, munizioni e consiglieri militari all’Ucraina e stanno cercando di condurre una guerra totale contro la Russia in quel territorio con l’aiuto di altri paesi della NATO.
Dal canto loro gli osservatori bielorussi temono la possibilità che una falsa bandiera britannica o israeliana utilizzi una carica nucleare a bassa potenza o una bomba sporca nel Donbass per accusare Mosca di aver usato per la prima volta armi nucleari.
Washington continua ad ampliare il raggio delle sanzioni contro la Russia adottando un progressivo embargo petrolifero, che danneggerà gravemente l’economia dei paesi dell’Unione Europea. L’embargo totale sul petrolio è in generale un casus belli per qualsiasi Stato-nazione, anche privo di mezzi di difesa.
Le compagnie tedesche stanno cercando di aggirare le sanzioni aprendo conti con banche situate in paesi terzi che non sono membri della NATO, facendo arrabbiare il regime di Kiev. Altri paesi in Europa stanno cercando di trovare vie alternative per sfuggire a una vera trappola che mette a repentaglio la loro stabilità incolpando privatamente l’ossessione di alcuni paesi della NATO di aggravare il conflitto e farlo durare il più a lungo possibile.
Il coinvolgimento sempre più evidente del Mossad israeliano nell’assassinio degli oligarchi russi che si oppongono a Mosca e il ruolo di primo piano svolto dall’intelligence elettronica israeliana nel prendere di mira i generali russi uccisi sul teatro delle operazioni segnano un cambiamento nella posizione israeliana che ha mantenuto un ambiguità di riservare il ruolo di mediatore tra gli attori che agiscono nell’ombra in questo conflitto.
Il fatto che i leader israeliani condannino i “crimini di guerra” russi quando sono i campioni del mondo in tutte le categorie in questa materia conferma la radicalizzazione israeliana nei confronti della Russia dal momento in cui quest’ultima ha deciso di svelare una piccola parte del gioco del pazzo in cui gli strateghi israeliani e i loro sostenitori eccellono.
Qualche anno fa abbiamo discusso di una tale eventualità. La modellazione di uno scenario ipotetico basato su precedenti storici sfavorevoli alla Russia ha portato a un processo di logoramento lento e complesso. Il referente storico a partire dal regno e dall’assassinio dello zar Alessandro II e le conseguenze che in seguito induce sui rapporti tra il potere statale russo ei falsi movimenti rivoluzionari anarchici che mascherano il livello occulto protosionista.
È per questo motivo che le fonti russe ritengono di avere una comprensione dell’argomento migliore di chiunque altro e che Lavrov probabilmente ha salvato il suo paese dalla famosa prima pagina di un quotidiano britannico pubblicato nel 1933 nel contesto della guerra ibrida, ma non un limitato coinvolgimento militare israeliano nell’Europa orientale.
Prima pagina del Daily Express, “La Giudea dichiara guerra alla Germania”, venerdì 24 marzo 1933.
Questo conflitto diventa quindi estremamente interessante e perfino capitale poiché riunisce non solo tutti gli ingredienti di una guerra mondiale già in atto nei suoi aspetti ibridi ma una radicale messa in discussione della narrazione storica e della percezione della realtà imposta dopo il 1945.
È un dirompente conflitto di primo grado e nessuna belligerante di questo conflitto nasconde gli obiettivi perseguiti: Washington vuole ricostruire la sua superpotenza unipolare e garantire uno status quo sul sistema finanziario mondiale mentre Mosca afferma, tramite il ministro Lavrov, che la sua guerra in Ucraina mira alla fine dell’oppressione occidentale e l’emergere di un nuovo ordine multipolare.
Fonte: Strategika 51