Civili sequestrati al centro siderurgico Azovstal di Mariupol

“Ti mettono in gabbia e non ti danno la possibilità di essere salvata”: Le donne liberate dell’Azovstal raccontano come l’esercito ucraino ha impedito loro di partire

Il ministero della Difesa russo ha riferito questa domenica che 80 civili, compresi bambini e donne, che sono stati “trattenuti da nazionalisti ucraini” sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal, situata nella città di Mariupol, attraverso i corridoi umanitari concordati. Tra gli sfollati c’è l’impiegata di fabbrica Natalia Usmanova. “Sono molto felice. Sono molto nervosa. Semplicemente non sanno quanto abbiamo dovuto sopportare”, ha detto la donna che ha dovuto nascondersi nelle cantine dell’Azovstal sotto la guardia dell’esercito ucraino. Inoltre, ha rivelato che i soldati ucraini non hanno permesso ai civili di partire. “Ci hanno semplicemente messo in una gabbia e non hanno danno la possibilità di essere salvati. E loro stessi venivano e ci spaventavano, [dicendo] ‘ti seppelliremo qui'”, ha detto Usmanova.

Il 21 marzo, la Russia ha aperto un corridoio umanitario permanente ad Azovstal per garantire l’evacuazione dei civili e la loro partenza dalla struttura dalle 14:00 (ora di Mosca) in qualsiasi direzione.
Martedì, il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che i militari assediati possono deporre le armi e lasciare lo stabilimento. “Abbiamo sentito dalle autorità ucraine che ci sono civili lì, quindi l’esercito ucraino deve farli uscire o agirebbero come terroristi in molti paesi, come lo Stato islamico in Siria che si copre di civili”, ha detto.
Da parte sua, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha confermato che Putin ha accettato in linea di principio la partecipazione delle Nazioni Unite e del Comitato internazionale della Croce Rossa per evacuare i civili dall’Azovstal. Tuttavia, il capo dell’organizzazione ha rifiutato di specificare date specifiche per non interferire in tale processo.

Fonte: RT ACTUALITAD